Streghe e altre donne
I resultati del progetto Streghe e altre donne per il Museo Internazionale della Donna nell'Arte, Scontrone (AQ), Italia.
Il progetto incorporava il lavorare di notte trasmettendo contemporaneamente il suono registrato del ululare dei lupi.
Titolo: Traccie nel buio
Materiale: cemento, suono
Dimensioni: vari
These are the results of the project Streghe e altre donne for the International Museum of Women Artists, Scontrone (AQ), Italy
The project included working at nightime and, at the same time, transmitting registered wolves howling.
Title: Traces in the dark
Material: cement, sound
Dimensions: vary
Le notti di sabba
Intervento per il progetto “Strege e altre donne”
Scontrone (AQ)
Artista: Sonja de Graaf
Chi è la Strega?
Secondo Ovidio nel VI libro dei Fasti il nome Strix, dato a un essere spesso considerato un uccello, ma da molti considerata come una vecchia trasformata in volatile, proviene dal fatto che esso di notte emette un suono simile ad un suono stridulo (stridere nocte solent). Non è chiaro se la consideri un’uccello simile ad un’arpia, oppure se siano vere e proprie donne, anziane, trasformate. Questa trasformazione avveniva in genere in due modi: mediante l’unguento, o tramite incantesimi.
Esistono degi uccelli ingordi, non di quelli che strappavono cibo dalla bocca di Fineo, ma provengono da quella genìa:
hanno una grossa testa, gli occhi fissi, un becco rapace,
le penne bianche, gli artigli a forma di uncino;
volano la notte e cercano bambini incustoditi,
li rapiscono dalle culle e poi ne fanno strazio;
si dice che strappino col rostro le viscere degli infanti
e riempiono il loro gozzo del sangue succhiato.
Il loro nome è strigi, ma il loro nome deriva dal fatto
Che usano stridere orrendamente la notte.
Nascano dunque uccelli, o lo siano per virtù di incantesimi,
o la nenia dei Marsi riesca a mutare le vecchie in uccelli.
Tratto da: ovidio, Fasti, VI, VV, 131-168, trad. di C. Corvino.
Un’essere femminile dunque, da temere.
Nel medioevo invece, rappresenta un gruppo vastissimo di persone, donne e uomini, che rifiutarono di sottomettersi al potere della chiesa, o di seguire la morale cristiana. Qualsiasi persona che eseguiva la medicina tradizionale piuttosto che pregare il buon dio, che godeva dei piaceri sessuali, o che semplicemente aveva dei pensieri propri, contrari alla dottrina cristiana era considerato collaboratore del diavolo e andava perseguita e messa sul rogo.
Il lupo: prostituta, piaceri sessuali, strega trasformata, lato oscuro e testimone.
Il lupo incarna la doppia veste di bestia selvaggia portatrice di morte e distruzione, e al tempo stesso iniziatore e portatore di conoscenza. Animale iperboreo, rappresenta la luce primordiale originale e lo si ritrova infatti al centro di tutte le antiche tradizioni nordiche: è l’animale che vede la notte e i suoi occhi al buio sono luminosissimi. Ma il lupo è anche uno degli animali totemici più importanti delle antiche civiltà nomadi; un archetipo che incarna motivi sessuali ancestrali, ancor più paurosi della sua stessa animalità. Nelle regioni siberiani esso rappresenta la fecondità. (Marte, il fallo). Per i Mongoli, ad esempio, è l’antenato del conquistatore Gengis Khan: il lupo celeste è il compagno della cerva bianca, che rappresenta la terra da cui nascono eroi e capi di alto lignaggio. La forza e l'ardore in combattimento fanno del lupo un'allegoria guerriera per molti popoli: "Io sono il lupo solitario, mi aggiro in paesi diversi" recita un canto di guerra degli indiani d'America.
Il lupo bianco, Fenrir fu associato, nei paesi scandinavi arcaici, al dio della vittoria Tyr.
In molte civiltà appare come genitore e fondatore e, in quanto tale, è associato all'idea di fecondità. Una delle leggende a noi più vicine è quella di Romolo e Remo, i gemelli fondatori della città che diverrà il cuore stesso di tutta la Cristianità. Anche i Turchi affermavano di essere stati allevati dala lupa Asena, la lupa grigia e Aristotele racconta che la lupa Leto partorì i gemelli Apollo e Artemide.
Per le società cristiane il lupo è la raffigurazione del male, poiché esso è il più grande cacciatore e nemico dell’agnello, che rappresenta la bontà e la sottomissione. Esso venne scelto come simbolo da molti popoli barbarici, che durante le loro invasioni, si identificarono con questo predatore, seminando morte e distruzione in suo nome. In Spagna è la cavalcatura dello stregone, mentre le streghe, per recarsi al Sabba, portavano dei lacci di pelle di lupo. Sempre nel Medioevo il Lupo diventa testimone delle riunioni delle streghe nelle notti del Sabba, personificazione del demone, al lupo appartiene la voracità, l'ingordigia, mentre la lupa diviene il simbolo della lussuria e della passionalità sfrenata. La parola romana lupanaro, o bordello, proviene appunto dalle lupe, le prostitute.
Il sabba: raduno di piaceri carnali
Il grande raduno era il sabba. Lo chiamavano anche sinagoga, barilotto, stringhezzo o, buon giocho.
Dopo l’arrivo del cristianesimo i riti pagani furono abboliti e dichiarati peccato. Finora si aveva sempre in ualche modo festeggiato il lato passionale della vita. Tra le più noti ricordiamo le feste in onore di Dionisi già in epoca greca, ma queste erano ancora molto presente perfino nella civiltà etrusca. A questi banchetti etruschi vi parteciparono anche le donne (in contrasto alla civiltà greca) quindi possiamo presumere che esse avevano un ruolo più o meno equo agli uomini. Nel nord europa invece, il classicismo non vi era mai arrivato e le donne di queste culture barbariche erano eque agli uomini in termini di lavoro e gestione economico delle famiglie. La vita era particolarmente dura e tutti erano costretti a lavorare in modo uguale, incluso i bambini, e di conseguenza parteciparono insieme alle feste che celebrarono le varie stagioni e onorarono gli dei. Con l’impostazione del cristianesimo come religione principale in occidente, furono imposte contemporaneamente i morali cristiani. La donna fu messa a servizio dell’uomo e l’uomo a servizio di Cristo, Dio.
Le feste pagane furono sostituite con quelli religiosi e l’atmosfera di festosità fu sostituita con una temperanza.
Il sabba invece era sinonimo di trasgressione religiosa, sessuale e sociale e i raduni si intensificarono dopo periodi di guerra, carestie e rivolte contadine. Vi parteciparono uomini e donne di ogni età e ceto, laici e religiosi, ma soprattutto persone insoddisfatte della loro vita, ai margini della società, in particolare le donne sole, vedove, zittelle e prostitute.
Il raduno delle streghe si basava su arcaici rituali di fertilità e piaceri terrestri come il banchetto, ricco di cibo e bevande alcoliche, che il cristianesimo non era riuscito a debellare. Per questo motivo si insinuò la presenza del diavolo.
Il raduno era di notte, nel buio temuto dal buon cristiano e le persone si servivono di mezzi di moto ordinario: andavano a piedi, su un carro, a dorso d’asino o di cavallo. In confessione invece raccontavano di disporrere di mezzi più fantasiosi, soprattutto volanti come una bestia, o inforcando uno strumento qualsiasi come per esempio un bastone o una scopa unto con lo speciale ungiento che si spalmavono sotto le ascelle, le piante del piede, i glutei o sul pube. Ovviamente queste confessioni furono fate dopo una tortura feroce e lunga, quindi quasi sicuramente frutto di invenzione e dilirio.
L’azione aveva uno svolgimento più o meno fisso: l’arriva al raduno, l’ommaggio al diavolo con il bacio rituale sul ano di esso, il battesimo dei nuovi arrivati, il banchetto, allestito con cibi abbondanti, ma incapaci di saziare, e le danze che precedevano le orgie sfrenate che si protraeva fino al canto del gallo (testimone del tradimento di Pietro).
I lati più importante di questi incontri erano: la fisicità del piacere e la sacralità del culto attraverso le quali si riusciva a soddisfare la fame, i desideri e pensieri peccaminosi, repressi da una società sessuofobica.
Traccie nel buio
Che animale il lupo, veloce, selvaggio, fedele al partner per tutta la vita. Clarissa Pinkola Estès nel suo libro “Donne che corrono coi lupi” confronta il lupo con la personalità femminile e vede molti similitudini. Non per caso le prostitute in epoca romana furono chiamate lupe. La lupa rappresentava il lato selvaggio e sessuale della donna. Forse per questo lei era presente nelle notti di sabba, per testimoniare la sessualità celebrata in onore della libertà che lei stessa rappresenta da sempre. E dopo queste notti, dopo il canto del gallo, dopo che le streghe erano volate via, cosa rimaneva di tutta quasta libertà? Niente tranne qualche traccia sul suolo del sottobosco……
Se potessi sciegliere un’animale totem, scieglierei la lupa per tutti i motivi qua sopra nominati. Come mi piacerebbe correre con lei attraverso il bosco di notte, piedi scalzi, capelli sciolti, corpo nudo. Nessun testimone tranne quelle traccie.
Ovviamente per motivi ragionevoli non sarà una cosa facile da raggiungere. In primis, perché i lupi sono animali timorosi e di abitudine non vanno a correre insieme a noi essere umani, secondo, il bosco di notte è pieno di animali strani e io, non essendo un’animale notturna, non vedrei nemmeno dove mettere i piedi, andare in giro per i boschi anche di giorno ma a piedi scalzi non mi sembra una buona idea, sicuramente qualche passante avrà lasciato una bottiglia di vetro rotto dove mi potrei tagliare. Stranamente l’elemento più facile sarebbe andare in giro nuda con i miei capelli sciolti, ma senza tutti gli altri elementi l’azione perderebbe completamente il senso poetico. Non mi rimane altro che lasciare qualche traccia di lupa in giro per il paese e i suoi dintorni per esprimere non solo questo mio desiderio, ma anche per lasciare una testimonianza di una cosa del passato, ma fortemente presente anche nel presente, la sessualità selvaggia nel sangue femminile.
Esecuzione del progetto
Prendere delle impronte di lupa.
Fare il calco per ottenere un’ompronta in positivo.
Al posto (scontrona) individuare una strada o un tratto appena fuori dalla città, o dentro, dove far ‘passare’ la lupa.
Fare delle impronte quindi di lupa in cemento per interrarle lungo questo percorso.
Ovviamente l’interraggio avverrà di notte.
Registrare l’ululare di lupa per trasmettere di notte.
Materiali necessari
Lupa
Creta _ per prendere l’impronta
Gesso _ per fare il calco
Cemento _ per creare le impronte e per atterarle in terra
Ripresa di ululare di lupa _ per rendere la sua presenza più
palpabile
Bibliografia
Claudio Corvino, Il libro nero delle streghe, Newton & Compton editori, Roma 2004.
Tersilla Gatto Chanu, Streghe, Storie e segreti, Newton & Compton editori, Roma 2004.
Heinrich Institor, Jakob Sprenger, Il martello delle streghe, Spirali eitori, Milano 2006.
Alberto Abbuonandi, Le streghe di Benevento, Edizioni C.Edi.M editori, Milano 1988
http://www.geagea.com/27indi/27_11.htm
http://www.dognet.it/home/articolo.php?id=387
http://www.digilander.libero.it/obscurity/speciali/simbolismo_lupo.htm
1 comment:
Ziet er geweldig uit, ik ga er eens voor zitten om het enigszins te vertalen. Ben weer trots op je.
Paspoort ontvangen hoor. Ciao.
Veel plezier volgende week. mama
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